La fusione è opportuna, e non solo perché le aggregazioni sono
uno degli aspetti salienti della nuova Confindustria, alla quale apparteniamo
e che si sta ridefinendo secondo il disegno tracciato dalla Commissione
Pesenti. Ci sono per noi anche dei motivi specifici; fra questi
• l'opportunità di rafforzare e rendere più autorevole la funzione
di rappresentanza
• la necessità di coerenza rispetto a quanto come imprese promuoviamo
(e, fra l’altro, chiediamo alla politica) in termini di riorganizzazione,
ammodernamento, snellimento, razionalizzazione
• l'indispensabile percorso di contenimento dei costi di gestione,
anche al fine di mantenere, sviluppare e qualificare i servizi alle
imprese.
A fronte di questi vantaggi la fusione non comporterà per le aziende
socie nessuno svantaggio, ma darà l’opportunità di fornire servizi
sempre più ampi e qualificati.
Per saperne di più
La
riforma di Confindustria
La
riforma di Confindustria in sintesi
L’opzione dell'associazione unica a livello regionale si configura
oggi quantomeno prematura. Occorrono approfondimenti, anche pensando
alle esperienze di regioni a noi vicine che hanno intrapreso strade
diverse: in Emilia Romagna, ad esempio, si delineano tre macro-aggregazioni.
Quanto ad una eventuale integrazione con Firenze, anche se da tempo
collaboriamo in vista di un eventuale avvicinamento, la posizione
manifestata dalla Confindustria fiorentina degli ultimi anni è stata
a favore dell’associazione unica a livello regionale, per la quale
sussistono forti perplessità.
E’ stato comunque intrapreso un ulteriore tentativo di dialogo con
la nuova gestione di Confindustria Firenze e speriamo che si possa
riaprire presto un percorso di avvicinamento. L'opzione di
fusione Prato-Pistoia-Lucca è la soluzione più coerente per l'importanza
delle associazioni attuali, per il profilo industriale dei rispettivi
territori e per le affinità nei modelli organizzativi. Quello delle
nostre tre province è il cuore produttivo della Toscana: sistemi economici
diversi ma accomunati dalla presenza massiccia di manifatturiero e
di servizi qualificati per le imprese.
Le tre aree sono oltretutto disposte su un'unica direttrice geografica
ed infrastrutturale, il che facilita le relazioni. Retaggi storici
e approcci "di campanile" non hanno ragione di esistere.
Per saperne di più
Le tre associazioni oggi: Lucca
Pistoia
Prato
I
dati strutturali dei tre territori
Si tratterà di una fusione per unione. Nessuno incorpora nessun altro, insomma, ma tre soggetti che confluiscono l’uno nell’altro, cambiano le precedenti denominazioni per dare vita al nuovo soggetto Confindustria Toscana Nord.
Per saperne di più
Il
progetto di fusione
Si è scelto di realizzare la fusione seguendo le modalità previste per le società di capitali anziché quelle semplificate delle associazioni: un modo per garantire, ben al di là degli obblighi di legge, la massima trasparenza nei confronti di soci e soggetti terzi. Gli organi delle tre associazioni (nel caso dell’Unione il Comitato di Presidenza ed il Consiglio Direttivo) hanno deliberato la convoca delle rispettive Assemblee che si dovranno esprimere, nella loro sovranità, sul progetto di fusione e su statuto e regolamenti attuativi della nuova associazione. Le Assemblee si terranno tutte a fine ottobre, nel caso dell’Unione giovedì 22 ottobre alle ore 14.
Nel frattempo i siti delle tre associazioni ospitano uno spazio appositamente dedicato alla pubblicizzazione dei documenti relativi alla fusione, coerentemente con l’iter previsto appunto per le società di capitali. Per le regole dello stesso iter, svoltesi le Assemblee trascorreranno 60 giorni prima che si proceda all’atto pubblico di fusione. Questa pertanto si realizzerà alla fine di dicembre e consentirà di iniziare il 2016 con la nuova associazione già operativa.
A Pistoia, presso l'attuale sede di piazza Garibaldi, scelta perché baricentrica. Ma anche il Palazzo dell'industria di Prato e Palazzo Bernardini di Lucca figurano nella bozza di statuto come sedi operative dell'associazione.
Per saperne di più
Art.
1 della bozza di statuto
Il Palazzo dell'industria di Prato continuerà ad essere quello che è oggi: la "casa" degli imprenditori, sede di incontri, riunioni, corsi, convegni, così come accade attualmente. La proprietà sarà ancora della società immobiliare Pratindustria, che a sua volta passerà dall'Unione alla nuova associazione. Accadrà lo stesso per la sede di Pistoia (nella centrale piazza Garibaldi) e per quella di Lucca (nello storico Palazzo Bernardini, a un passo dal Duomo). Si perderà insomma un pezzo di sovranità sul palazzo di via Valentini, acquisendone però su altri due immobili di grande prestigio e valore, tutti utilizzabili dai soci. Pratindustria è inoltre indicata nello statuto della nuova associazione come una proprietà strategica, soggetta a vincoli e regole particolari e gestita con il coinvolgimento obbligatorio della Consulta Territoriale pratese.
Per saperne di più
Art. 10 – art. 11 – art. 17 – art. 23 della bozza di statuto
Regolamento PPS (Proprietà e Partecipazioni Strategiche)
Dipende. Quelle degli organi direttivi in linea di massima si terranno a rotazione nelle tre sedi. Idem per le sezioni o i gruppi i cui componenti sono diffusi nelle tre province. Quando però si tratta di settori fortemente focalizzati su una sola delle tre province (nel caso di Prato il tessile, tipicamente) non c'è motivo per cui le riunioni non si tengano nel territorio stesso, salvo scelte diverse sempre possibili. Inoltre le tre sedi si doteranno di strumentazioni in grado di consentire riunioni a distanza.
Con procedure sostanzialmente analoghe a quanto avviene adesso, garantendo a tutte le imprese la facoltà di esprimere i propri orientamenti. Esisterà quindi una Commissione di Designazione ed un iter non diverso da quello attuale. Subito dopo l’atto di fusione vi sarà una fase transitoria in cui il Consiglio di Presidenza sarà formato, secondo le delibere dell’Assemblea, da uno dei tre Presidenti attualmente in carica, che assumerà il ruolo di Presidente, dagli altri due Presidenti con il ruolo di Vicepresidenti e da tre Consiglieri Delegati.
La bozza di statuto prevede che il territorio che non esprime il Presidente abbia comunque un Vicepresidente. Sarà quest’ultimo, in via ordinaria, ad intrattenere ad esempio le relazioni con gli enti locali. Inoltre vengono istituite delle Consulte Territoriali con un ruolo consultivo, propositivo o di segnalazione nei confronti del Consiglio di Presidenza in relazione alle singole realtà territoriali. Le Consulte Territoriali sono obbligatoriamente interpellate dal Consiglio di Presidenza, ad esempio, sulle nomine di rappresentanti nelle partecipate radicate sui singoli territori ed in organi e gruppi di lavoro espressi dagli enti locali. Il raccordo stretto col territorio ed una adeguata rappresentanza, insomma, non verranno meno.
Per saperne di più
Art.
14 – art.
17 della bozza di statuto.
Nomine come quelle richieste per esempio da INPS, Camere di Commercio, Commissioni di nomina prefettizia, gruppi di lavoro promossi dai Comuni transiteranno dall’interpello obbligatorio delle Consulte Territoriali da parte del Consiglio di Presidenza. Le Consulte Territoriali sono introdotte anche allo scopo di curare le relazioni con gli enti, le amministrazioni pubbliche e gli altri attori del territorio, in raccordo con il Consiglio di Presidenza stesso. Questo meccanismo consente da un lato attenzione e monitoraggio delle necessità dei territori, oggi di competenza delle tre associazioni; dall'altro preserva la coerenza di comportamenti all'interno del nuovo soggetto giuridico.
Per saperne di più
Art.
17 della bozza di statuto.
Sì, cambierà necessariamente perché con la fusione si amplia fortemente la gamma dei settori rappresentati. Potrà accadere che settori che oggi si identificano in una sezione a sé confluiscano in una sezione merceologica più grande comprendente vari comparti: ma, così come accade oggi, nelle sezioni potranno essere inclusi dei gruppi merceologici omogenei aventi una propria vita associativa (anche se poi ricondotta a quella generale della sezione).
Per saperne di più
Art.
18 – norme
transitorie della bozza di statuto
Potrà a sua volta realizzare una fusione assieme alle attuali ANCE Lucca ed ANCE Pistoia.
Anche i Gruppi Giovani delle tre attuali associazioni diverranno uno solo.
Per saperne di più
Art.
20 – norme
transitorie della bozza di statuto
Saperi continuerà ad operare sulla stessa linea odierna. Il
socio unico di Saperi non sarà ovviamente più l’Unione ma Confindustria
Toscana Nord. Accadrà lo stesso anche alle società di servizi Servindustria
e Formetica,
facenti attualmente capo alle altre due associazioni.
Per i clienti di Saperi non cambierà assolutamente niente; in prospettiva
si lavorerà per promuovere la collaborazione fra le tre società, in
un’ottica di specializzazione, così da condurre ad un ampliamento
della gamma di servizi posti a disposizione dei soci. Dalla fusione
nasceranno per Saperi, così come per le altre due società di servizi,
opportunità di crescita e di qualificazione.
Per saperne di più
Scheda
Formetica
Le partecipate dell’Unione diverranno partecipate della nuova associazione. Gida e Interporto, così come Pratindustria, sono individuate dallo statuto come partecipazioni strategiche e come tali soggette a vincoli e regole particolari. Sulle nomine dei rappresentanti in Gida e Interporto e su tutte le deliberazioni che riguardano queste società sarà obbligatoriamente interpellata la Consulta Territoriale pratese. La “pratesità” di queste partecipate fondamentali, quindi, non ha motivo di sentirsi minacciata. Analoghe riserve valgono naturalmente per le proprietà e partecipazioni strategiche lucchesi e pistoiesi.
Per saperne di più
Art. 10 – art. 11 – art. 17 – art. 23 della bozza di statuto
Regolamento
PPS (Proprietà e Partecipazioni Strategiche)
No, è di fatto impossibile per molti motivi. Far nascere la nuova associazione senza un solido riferimento patrimoniale equivarrebbe a farla partire molto gracile e ad esporla a rischi consistenti. In ogni caso l’art. 29 dello statuto dell’Unione proibisce di distribuire, anche in modo indiretto, fondi, riserve o capitale. Ma anche al di là dell’insormontabile ostacolo delle norme statutarie, non si vede alcuna opportunità di spogliare l’associazione, in un momento così delicato, di asset che appartengono all’associazione stessa ed a nessun altro: né a singoli soci né al territorio, trattandosi di beni frutto dell’attività di una libera associazione privata.
Impossibile anche individuare una soluzione credibile, conveniente e corretta sul piano formale e sostanziale circa un eventuale soggetto a cui conferire beni dell’associazione che non fossero coinvolti nella fusione: cosa sarebbe questo soggetto e chi ne farebbe parte? A quale titolo? Con quale possibilità di controllo? Eventuale controllo esercitato da chi, peraltro, con l’Unione non più esistente? Dalla nuova associazione? Ma se è così cosa cambia rispetto a fare di quest’ultima il “contenitore” di tutto? La soluzione che garantisce meglio i soci è anche quella giuridicamente più lineare (e, a ben vedere, l’unica possibile): la fusione coinvolge l’associazione nella sua interezza, inclusi gli asset patrimoniali. Peraltro le proprietà e partecipazioni strategiche dell’Unione e delle altre due associazioni sono soggette a vincoli particolari volti a salvaguardarle e tutelarle.
Per saperne di più
Art. 10 – art. 11 – art. 17 – art. 23 della bozza di statuto
I cambiamenti saranno graduali. Occorrerà del tempo per armonizzare e livellare questo aspetto, che attualmente è diverso per le tre associazioni. L'obiettivo è quello di giungere alla determinazione di un contributo che sia uniforme dal punto di vista territoriale (ferme restando le opportune differenziazioni a seconda dei settori) ed a cui corrispondano servizi qualificati e rappresentanza adeguata a tutte le imprese.
Per saperne di più
Art.
8 – norme
transitorie della bozza di statuto
No, non ci saranno cambiamenti significativi. L’unica cosa che cambierà è che la “famiglia” associativa si allargherà, sia come compagine sociale sia come competenze a livello di struttura e di servizi.
Il processo di aggregazione è il risultato di un lungo percorso, che ha coinvolto non soltanto le presidenze e gli organi direttivi, ma anche le strutture delle tre associazioni. Fin dallo scorso anno si sono tenute iniziative condivise e comunque aperte alla partecipazione dei soci di tutte e tre le associazioni, a prescindere da chi le abbia organizzate: una “palestra” che è servita anche a preparare il personale a lavorare con i colleghi delle altre sedi. Non ci saranno interruzioni di continuità nelle relazioni e nei servizi.
Proprio perché i rapporti fra soci ed associazione sono positivi e proficui vanno preservati e posti in condizione di migliorare. La fusione va vista come un investimento, che consente di mantenere e accrescere le prestazioni, non diversamente da quanto avviene nelle imprese: nel frattempo non si perderà niente di quanto di positivo esiste nelle relazioni soci-associazione.
In vari modi e attraverso vari canali. Si è scelto di realizzare la fusione seguendo le modalità previste per le società di capitali anziché quelle semplificate delle associazioni: un modo per garantire, ben al di là degli obblighi di legge, la massima trasparenza nei confronti dei soci. I siti delle tre associazioni ospitano uno spazio appositamente dedicato alla pubblicizzazione dei documenti relativi alla fusione, dove è indicato anche l’indirizzo e-mail direzione@confindustria.prato.it a cui si può scrivere per avere informazioni. I Presidenti, i Direttori e la struttura delle tre associazioni sono a disposizione per fornire ogni indicazione si richieda loro.