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GIOVANI

 

ideata e realizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori di Prato


Gennaio Febbraio 2000

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W La scuola!!!!!!!
Di Alessia Toti
Stupiti?...perplessi?....e invece no, è proprio così!!!!!!
Grazie alla "scuola" abbiamo ricevuto ben due riconoscimenti.....
In occasione del III° Convegno "Scuola Italiana S.p.A.", svoltosi il 5 novembre nella suggestiva cornice del Seminario S. Maria della Quercia a Viterbo, la nostra Presidente ha ricevuto dalle mani di Emma Marcegaglia due "imponenti targhe" per le nostre più importanti iniziative nell’ambito della formazione.

foto1.gif (24551 byte) La prima, sicuramente la più emozionante, è stata per "Tessitori d’impresa" ovvero la serie di incontri che abbiamo fatto in collaborazione col prof. Ciappei dell’Università di Firenze in merito al corso di strategia aziendale.
L’emozione è stata veramente tanta.....anche per la nostra determinata Raffaella in quanto, davanti ad una platea gremita di giovani industriali di tutta Italia, alla Presidente Nazionale, alle autorità intervenute per l’occasione e principalmente al flash abbagliante della televisione e dei fotografi, ha spiegato in cosa consisteva il progetto che è stato riconosciuto il migliore in Italia per il settore Università fra tutti quelli svolti dalle altre territoriali.
Complimenti e grazie ai "professori - imprenditori" che hanno dato il loro contributo!!!!!

La seconda iniziativa premiata, ma non per questo meno importante, è stata le "30 ore di diffusione della cultura del lavoro e del sistema economico" edizione 1998/1999. Il premio ricevuto insieme alle altre territoriali ha avuto un sapore particolare, come ricordato dalla dott.ssa Adriana Galgano – responsabile della commissione scuola nazionale – perché era il secondo premio nella mattinata per il Gruppo di Prato come soltanto altri due gruppi. Quindi non mi resta che ribadire ancora grazie, grazie, grazie a tutti i "professori" e appuntamento a quest’anno per l’edizione 1999/2000 perché, come dice il detto: non c’è due senza tre!
Finita questa fase iniziale del Congresso, che ha visto fra l’altro la presentazione del "Manuale d’Azione per la scuola 2000", ovvero una raccolta di tutte le iniziative svolte in Italia negli ultimi tre anni in favore della scuola, promosso dal Comitato Scuola Nazionale, ormai cariche di tutti i nostri premi, fra l’invidia degli amici fiorentini, abbiamo consumato il "pranzo frugale del seminarista" che anticipava l’inizio del Convegno vero e proprio.
Il Convegno ha voluto essere un momento di riflessione sul ruolo dell’impresa nella società e nei sistemi educativi pubblici e privati, insieme alla collaborazione di esponenti dell’industria della scuola della chiesa e del governo. Un momento per ribadire ancora l’importanza di un collegamento che deve essere sempre più solido fra il mondo dell’impresa e la scuola.
Una giornata importante, emozionante e stimolante in una cornice unica nel suo genere che è servita a darci quella carica necessaria per continuare a migliorare sempre di più le nostre iniziative in favore della scuola.

Job and food
Dalla "bottega" alla quotazione in borsa: case history della TARGETTI SANKEY, settanta anni di sviluppo consolidato
Di F.L.
L’ospite del Job & Food di novembre è stato il Cavaliere del Lavoro Giampaolo Targetti, titolare dell’omonima azienda di Firenze, che dal 1928 produce apparecchi e sistemi di illuminazione tecnici e decorativi. Con lui c’era anche il figlio Lorenzo, amministratore dell’azienda di famiglia. Settant’anni fa, nel cuore del centro storico di Firenze, nasce un piccolo negozio artigianale dove si vendono Lampade&Affini. Nemmeno 10 anni dopo la Targetti avvia la produzione di apparecchi di illuminazione e l’azienda comincia ad assumere scala industriale; oggi, è una delle poche piccole/medie imprese italiane quotate in borsa. Quello della Targetti è un caso atipico nel panorama italiano; ormai 20 e più anni fa il fondatore ha lasciato l’azienda ai 4 figli; nel 1992 è però avvenuto il passaggio alla terza generazione, che ha creato un po’ di problemi non tanto nei rapporti interpersonali ma soprattutto quando si trattava di giudicare i collaboratori diretti; si creavano in questi casi dei rapporti difficili da gestire e l’azienda perdeva di efficienza e di efficacia. Il cavalier Giampaolo decide così, attraverso una operazione finanziaria, di liquidare i soci (fratelli) per salvare sia l’azienda che i rapporti familiari. Rimasto il solo titolare dell’azienda Giampaolo Targetti ha chiesto aiuto al figlio Lorenzo per affrontare un programma di risanamento, riposizionamento e crescita della Targetti. Era prevista la quotazione in borsa per il 2000, ma i risultati sono arrivati prima e l’azienda è approdata in borsa nel 1998; il titolo è all’inizio precipitato (era un perio-do difficile per la borsa italiana), ma piano piano è stato riportato a galla e adesso sta cercando di superare il livello di collocamento. Il sogno - realizzato - dei Targetti è quello di conferire a ciò che vendono dei valori aggiunti quali la tecnologia (l’azienda ha rapporti continui con il mondo universitario e i grandi centri di ricerca scientifica) e il design (l’azienda non si è mai rivolta a grandi designers esterni perché i designers che lavorano per la Targetti cercano di anticipare il mercato non di fare progetti "modaioli"). Queste scelte hanno permesso di migliorare la capacità competitiva dell’azienda, che non si limita al territorio italiano; la Targetti ha cercato di rivolgersi subito all’estero e si è espansa in tutto il mondo; ha scelto di andare in borsa per essere competitiva anche nel settore finanziario. Le aziende per il sig. Targetti sono fatte principalmente di due cose: risorse umane e risorse finanziarie ed è in questi due campi che devono essere competitive. La crescita della PMI a volte è impedita dalla difficoltà di reperire e trattenere risorse umane valide. Come modello di sviluppo, la Targetti ha adottato il sistema confederativo (o modello a stella) che consiste in una azienda centrale (la Targetti, con marchio proprio) affiancata da altre aziende iperspecializzate, create o comprate dall’azienda centrale; aziende con un loro marchio e operanti in una nicchia precisa di mercato; aziende sane, che necessitano di finanziarsi per crescere. Per gestire questo modello sono stati adottati due strumenti: una visione e una cultura comune, obiettivi comuni e trasparenti, e sono state accentrate una serie di funzioni strategiche: produzione, ricerca, organizzazione. Le decisioni più importanti sono prese dal centro e portate verso le periferie. Una volta cresciuta l’azienda ha cominciato ad investire anche in altri valori, in special modo quello culturale, acquistando una villa del 1400 e formando al suo interno una accademia della luce, dove si tengono corsi per i giovani che vogliono fare i designers e incontri con i grandi light designers. La Targetti ha anche una collezione di opere d’arte contemporanea (Targetti Artlight Collection), realizzate da artisti internazionali; la mostra è itinerante e l’evoluzione attuale è un concorso per giovani artisti internazionali che saranno premiati nel 2000. Per Targetti la quotazione in borsa ti costringe a migliorarti, spesso poi il fatto stesso di essere in borsa ti fa diventare una attrattiva per molti soggetti anche al di fuori del tuo settore.
L’intervento del cavaliere e di suo figlio è stato interessantissimo e direi anche affascinante anche per il bellissimo rapporto padre/figlio, e perché ci sono ancora poche realtà come questa in Italia; vedendo la storia della Targetti ci è sembrato che le possibilità di sviluppo ci siano anche per la PMI italiana.

Gli "Angeli" a Prato
Di Francesca Fani
Il "fenomeno Fiorucci" il prossimo anno compirà 30 anni.
Quando ancora il Made in Italy non esisteva, Elio Fiorucci apre il suo primo negozio a Milano, in Galleria Passarella, ed inizia a differenziarsi dal grigiore allora generale, acquistando e proponendo una moda fatta di capi colorati e divertenti, di accessori stravaganti, che lui rinnova costantemente anche importandoli da ogni angolo del mondo.
Era il 1967…"

angeli.JPG (10944 byte) Si conclude splendidamente il millennio del G.G.I. con la visita del maestro della new-age Elio Fiorucci. L’edizione 1999 del Job&Food 1999 si è conclusa il 13 dicembre nell’auditorium del museo d’arte contemporanea Luigi Pecci.
Questa fortunata serie di incontri con personaggi di spicco dell’imprenditoria italiana non avrebbe potuto scegliere un ospite migliore per interpretare un anno nel quale ideologicamente abbiamo viaggiato alla scoperta del made in Italy.

Si conclude splendidamente il millennio del G.G.I. con la visita del maestro della new-age Elio Fiorucci. L’edizione 1999 del Job&Food 1999 si è conclusa il 13 dicembre nell’auditorium del museo d’arte contemporanea Luigi Pecci.
Questa fortunata serie di incontri con personaggi di spicco dell’imprenditoria italiana non avrebbe potuto scegliere un ospite migliore per interpretare un anno nel quale ideologicamente abbiamo viaggiato alla scoperta del made in Italy.
Con la sua incredibile umanità ed il garbo da vero signore, Elio Fiorucci è riuscito a trasformare una serata, sulla carta già interessante, in un evento ricco di fascino e poesia, staordinariamente coinvolgente nel ripercorrere la sua storia ed uno spaccato di quasi 30 anni di moda e costume.
Dal suo racconto appassionato emerge chiaramente come il marchio Fiorucci sia legato in modo inscindibile all’uomo Fiorucci. Sono i viaggi, la curiosità, lo spirito cosmopolita che ancora contraddistinguono il Signor Elio, il motore trainante di questa azienda. La oggi celebrata globalizzazione, negli anni ‘60 doveva ancora essere inventata; ma per il giovane Fiorucci questa parola acquista già un significato molto preciso. Londra e New York saranno in questo senso decisive. Con i loro giochi di trasgressioni e novità, le smanie di rivoluzioni e di rotture sociali; con la loro arte pulsante, si mostrano in quegli anni officine geniali del fashion e dei futuri trend, luoghi d’incontro dei miti di oggi, palcoscenici ideali per precorrere i tempi. Il signor Elio ci parla di incontri fulminanti, casuali e fortuiti con personaggi ed artisti veri; ci parla dei Beatles, di Madonna, Andy Warhol, Ettore Sottsass.
Dalla canzone al design, dalla pittura all’uomo della strada, una miriade di segnali provenienti da ogni dove stimoleranno la sensibilità e la fantasia di questo nascente imprenditore che, di ritorno da uno suoi viaggi, deciderà di far sentire al mondo la sua voce: nasce il primo negozio Fiorucci e con lui un universo di colori, suoni e sensazioni che racconteranno all’Italia un nuovo modo di fare moda.
Da questo momento in poi la storia dell’azienda è tutta in salita; vengono aperti ancora nuovi negozi, che poi diventano store o megastore, infine luoghi di culto. Si spazia dall’abbigliamento, al gadget, all’oggettistica, forti di una creatività vivace e mai doma, alla ricerca continua del nuovo, della forma, del colore. Ma anche delle emozioni e della natura intimistica dell’uomo. Si progetterà e si disegnerà infatti in maniera trasversale; niente è preconfezionato o etichettato secondo stili o status perchè ciò che conta è far emergere la spiritualità, il sentimento, la voglia che è in ognuno di noi di essere parte di tanti mondi che sono sì diversi, ma anche un tutto senza divisioni.
Nonostante i continui successi e le potenzialità di un marchio per certi versi ancora inesplorate, verso la fine degli anni ‘70 l’azienda comincia ad intravedere le prime difficoltà. Parlandoci di questo momento così delicato nella vita di una impresa, il signor Fiorucci riesce ancora a sorprenderci: con umiltà e franchezza ammette i propri errori ed involontariamente ci fa il regalo più bello insegnandoci ad essere, prima che imprenditori, uomini, persone vere.
La storia di oggi dell’azienda Fiorucci è fatta anche della presenza discreta ma protettiva di un partner giapponese che riesce ad infornderle nuova energia. Il negozio di Milano, ormai quasi un moderno department-store, diviene un fatto di costume; si ospitano eventi musicali, mostre, avvenimenti mondani, non mancano i personaggi dello spettacolo. In questi ultimi anni il marchio sembra godere di una ritrovata vitalità; la filosofia della azienda continua tenace nella persona del signor Fiorucci, al quale non mancono entusiasmo e nuove idee ne parole incoraggianti per i giovani imprenditori.
Sentir parlare di bontà, di etica, di rinuncia del successo a tutti i costi o dell’idea di impresa come arricchimento personale, di ricerca e difesa dei valori dell’uomo, di aziende assurdamente no profit, di impresa come missione anche sociale, ci sembra uno spiraglio di luce nel grigiore di questi anni dell’egocentrismo, dell’individualità esasperati.

Stiamo lavorando
Content Analysis
L’immagine del distretto fuo ri da Prato: ormai da alcuni mesi lavoriamo ad un progetto che prevede l’analisi dell'attenzione che i quotidiani e i periodici non locali dedicano a Prato, per tentare di ricostruire in modo sistematico l’immagine che della nostra realtà viene proposta dai più importanti media italiani e esteri. La spinta a lavorare su questo progetto è data dalla voglia di valutare l’immagine della nostra città vista dall’esterno e discuterla insieme, presentando in un anno un documento che fino adesso nessuno ha mai stilato. Il nostro Gruppo ha sicuramente l’energia per portare avanti un progetto a cui ognuno di noi può dare un facile contributo.
Si invitato tutti gli iscritti al G.G.I. a darci una mano a ed a inviare gli articoli alla segreteria del Gruppo.

Commissione Archimede
La commissione Archimede del G.G.I. ha ricominciato a riunirsi, in progetto la ripetizione per il secondo anno del "progetto 30 ore di diffusione della cultura del lavoro e del sistema economico" e nuove iniziative per la scuola.
Dopo l’entusiasmante esperienza del 1999 promuoveremo ancora una volta il "progetto 30 ore"; i contatti con il provveditorato agli studi e con le scuole dell’area sono già stati presi, devono essere solo pianificati gli interventi. Contiamo su un nuovo successo; il nostro impegno è importante perché siamo proprio noi giovani imprenditori che per primi paghiamo le spese di questo scollamento fra mondo scolastico e mondo imprenditoriale.

Rinnovo cariche regionali
Di seguito i nomi, con rela tive cariche, del comitato di presidenza e del comitato di coordinamento toscano dei Giovani Imprenditori per il biennio 1999-2001: Presidente: Giannetto Marchettini (G.G.I. Siena). Vicepresidenti: Nico La Penta (G.G.I. Firenze), Michele Porinelli (G.G.I. Livorno), Ketty Casprini (G.G.I. Arezzo), Carlo Telara (G.G.I. Massa Carrara). Consiglieri: Nicola Albini (G.G.I. Prato) delegato Quale Impresa, Bruna Dini (G.G.I. Lucca), Lucia Migliorini (G.G.I.Grosseto), Iacopo Caldonazzo (G.G.I. Pistoia) tesoriere. E’ una grossa novità per il nostro Gruppo quella di avere nel Consiglio Regionale un nostro membro; un "in bocca al lupo" quindi a Nicola Albini per questa "avventura". Alessia Toti è la nuova delegata regionale della nostra territoriale (sostituisce Leonardo Cartei). 

Personali in breve
Festeggiano il loro compleanno in questo bimestre:
Alessandro Ferretti 6 gennaio
Enrico Franchi 9 gennaio
Fausto Reali Vannucci 22 gennaio
Lola Coppini 26 gennaio
Luca Nardelli 26 gennaio
Marco Landi 29 gennaio
Silvia Becherini 31 gennaio
Enrico Carlesi 2 febbraio
Paolo Panerai 8 febbraio
Francesca Lombardo 9 febbraio
Enrico Corona 10 febbraio
Alessandro Bacci 17 febbraio
Massimo Becheri 22 febbraio
Luciano Innocenti 25 febbraio
Stefano Sanesi 26 febbraio

Appuntamenti
Comunicato Grafio - Forme del narrare
E’ ripresa i primi di novembre l’attività del laborato rio di scrittura dell’Associazione Culturale Grafio. Dopo essersi occupata dell’immagine metropolitana, tra il ’97 e il ’98 Grafio ha lavorato al problema della DESCRITTURA, un gioco di parole per esprimere sia il desiderio di riflettere intorno alla pratica letteraria, sia la volontà di approfondire il tema della descrizione: la rivoluzione tecnologica sta mutando i modelli percettivi, il concetto di identità e territorio, in sintesi la nostra rappresentazione della realtà. "Forme del narrare" intende adesso mettere a confronto il nostro modo di de-scrivere il mondo con quello delle altre culture con cui entriamo sempre più in contatto. Il laboratorio affronterà il tema dell’altro dal punto di vista della nostra cultura (come noi vediamo gli altri) e metterà a confronto queste visioni con quelle degli altri. Il laboratorio è articolato in più livelli, uno pratico e due teorici.
Livello pratico: (riservato agli iscritti) durerà da novembre 1999 a giugno 2000 e i partecipanti scriveranno individualmente sul tema proposto e discuteranno i testi in seno al laboratorio. Durante questo periodo sono previsti alcuni incontri con scrittori e critici per approfondire il tema prescelto.
Livello teorico 1: (aperto a tutti) consisterà in una serie di conferenze pubbliche di importanti studiosi e scrittori stranieri.
Livello teorico 2: (con iscrizione specifica, facilitata per gli iscritti al laboratorio) gli scrittori stranieri, in occasione della loro venuta a Prato, terranno stage di 4 giorni sulla scrittura e sul tema dell’altro.
"Forme del narrare" si avvale del patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Prato e della Regione Toscana. (Info Associazione Culturale Grafio 0574 28173).

 

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GRUPPO GIOVANI IMPRENDITORI DI PRATO
via Valentini, 14 - 59100 Prato - tel. ++39/574/4551
fax ++39/574/455.288 - E-mail ggi@ui.prato.it

Coordinamento a cura di: Francesca Lombardo

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